Le ragioni dell’opposizione di Alternativa Comunista al G7

Alternativa Comunista parteciperà al corteo del 13 maggio e alle varie iniziative che si terranno nei giorni precedenti organizzate con le altre realtà di lotta del territorio per esprimere la sua totale opposizione alle politiche economiche degli stati capitalistici rappresentati al G7.

Le principali ragioni della nostra irriducibile opposizione possono essere così sintetizzate:

  • ABOLIZIONE DEL DEBITO PUBBLICO. Ripudiamo il debito pubblico contratto dagli stati capitalistici per sostenere banchieri e capitalisti e finanziato con i soldi dei lavoratori e a spese dei lavoratori, attraverso la progressiva riduzione della spesa verso le pensioni, la scuola, l’università e la sanità pubblica.
  • ABOLIZIONE DELLE LEGGI SUL PRECARIATO. Gli stati capitalistici finanziano il capitalismo in crisi riducendo drasticamente le regole di tutela dei lavoratori, precarizzando il lavoro, aumentando l’orario di lavoro e riducendo i salari. E’ giunta l’ora di invertire la rotta: rivendichiamo l’immediato ripristino dell’articolo 18 e l’immediata abolizione del jobs act e di tutti i contratti precari. Siamo per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
  • AL FIANCO DEGLI IMMIGRATI. La stretta repressiva del governo Gentiloni, con l’emanazione del decreto Minniti, elimina i diritti elementari degli immigrati, riducendoli in schiavitù. L’ideologia dominante alimenta la guerra tra i poveri, ponendo gli sfruttati italiani contro i fratelli di colore, terreno fertile per fascisti e reazionari di ogni sorta. Per questo occorre unire le rivendicazioni alla casa, al lavoro e alla salute degli sfruttati, siano essi italiani o immigrati. Lavoratori italiani e immigrati devono battersi fianco al fianco contro i loro sfruttatori, cioè contro quei padroni rappresentati dai potenti che si riuniranno al G7.
  • L’ESPROPRIO DELLE FABBRICHE E DELLE BANCHE. Rivendichiamo l’esproprio, senza indennizzo per i padroni, delle fabbriche che licenziano i lavoratori o delocalizzano la produzione nei paesi dove il costo della produzione è più basso. I lavoratori non hanno bisogno di padroni per produrre i beni materiali: rivendichiamo la gestione operaia delle fabbriche espropriate. Analogamente rivendichiamo la nazionalizzazione delle banche e la loro gestione sotto il rigido controllo dei lavoratori.
  • LA QUESTIONE AMBIENTALE. Rivendichiamo il diritto degli abitanti a scegliere democraticamente il destino delle loro terre. Le opere di devastazione ambientale, dalla TAV alla TAP, passando perle trivellazioni, sono la conseguenza della produzione capitalistica. Solo un’economia pianificata e condivisa dalle popolazioni può salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale. No alle grandi opere inutili, si a un piano di investimenti per la riduzione dei dissesti, idrogeologico e ambientale, causati dal capitalismo ed i suoi governi.